Imperia, IT
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La Storia dell'Osservatorio

Gli inizi

 il prof. Natale Francesco VassalloNel 1875, un gruppo di volontari, sotto la guida del prof. Natale Francesco Vassallo del Regio Istituto Nautico locale decise di creare un osservatorio meteorologico nella città di Porto Maurizio (Imperia non esisteva ancora, essendo nata nel 1923 dalla fusione tra Porto Maurizio, Oneglia e altri comuni minori).

Questa decisione venne presa sulla scia della circolare del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio che sollecitava la creazione di una rete meteorologica nazionale. La torre dell’ex convento dell’Annunziata fu scelta come sede per l’installazione degli strumenti grazie alla sua posizione dominante, lontana da ostacoli e influenze esterne. L’iniziativa fu sostenuta dall’Amministrazione Provinciale e dal Comune di Porto Maurizio, che si adoperarono per l'acquisto della strumentazione e per sistemare degnamente i locali prescelti, da lungo tempo abbandonati e piuttosto fatiscenti.La prima foto dell'Osservatorio di Porto Maurizio, con la finestra meteorica (fine 1875).

Il 1° dicembre 1875 iniziò il rilevamento sistematico dei dati e dal 1° gennaio dell’anno successivo le osservazioni furono incluse nel bollettino meteorologico internazionale edito a Washington.

Padre Francesco DenzaDecisiva per il riconoscimento dell’osservatorio in ambito nazionale e anche per convincere l’ Amministrazione Comunale ad accettarlo stabilmente nella realtà locale, fu l’ispezione compiuta da padre Francesco Denza, fondatore della Società Meteorologica Italiana e prestigioso rappresentante della comunità scientifica italiana, ufficialmente incaricato di vagliare la validità delle molte stazioni meteorologiche allora fiorite sul territorio nazionale.

Nel verbale della seduta del Consiglio Comunale di Porto Maurizio del 10 giugno 1878 si legge: ... a seguito di una visita fatta dal membro del Consiglio Direttivo della Meteorologia Italiana, l'egregio Cavaliere Padre Denza, che riconobbe la regolarità e le buone maniere con cui erano fatte dai professori del nostro Istituto le osservazioni meteorologiche, il Ministero aveva deciso di erigerlo ad Osservatorio Ufficiale ..." .

L'Osservatorio fu così annoverato tra quelli di 1° ordine (i circa 100 osservatori allora ufficialmente riconosciuti erano classificati di 1° e 2° ordine in ragione della strumentazione posseduta, a cui si aggiungevano circa 200 stazioni di 3° ordine, esclusivamente termo-pluviometriche) e i suoi dati telegrafati a Roma alle ore 8 di ogni giorno venivano regolarmente inseriti nel Bollettino Meteorico Giornaliero edito dall'Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica.

Dal 1° dicembre 1875 al 30 novembre 1896, le osservazioni compiute alle ore 9, alle 15 e alle 21 di ogni giorno furono elaborate e riportate sugli “Annali dell’Osservatorio di Porto Maurizio”, pubblicati con il concorso della Provincia e, in qualche caso, dal Club Alpino Italiano – sezione Alpi Maritime.

Il terremoto del 1887

Il 23 febbraio 1887 un forte terremoto colpì la Liguria occidentale e la vicina Costa Azzurra. Con epicentro in mare, circa a 20 Km. a sud di Porto Maurizio e magnitudo stimata pari a 6,3, è stato l'evento più energico manifestatosi in Liguria da quando esistono le registrazioni attendibili dei sismi: provocò oltre 600 vittime ed estese devastazioni.

Dotazione sismica dell'Osservatorio (da G. Agamennone: "Brevi cenni sull'organizzazione del servizio sismico in Italia"; 1909)

Per studiare il fenomeno e verificare i danni causati da quell'evento disastroso, il professor Arturo Issel inviato dal Governo per verificare gli effetti del sisma entrò in contatto col professor Vassallo e decise che l'Osservatorio di Porto Maurizio dovesse essere dotato di strumentazione per monitorare la sismicità del Ponente Ligure.

Per alcuni anni, però, ci si dovette limitare ad una descrizione essenzialmente qualitativa dei terremoti avendo a disposizione solo dei sismoscopi. Un vero sismografo meccanico fu installato alcuni anni dopo e l’Osservatorio assunse l’attuale denominazione di “Meteorologico e Sismico”.

dott. Carlo Gentile

il dott. Carlo Gentile sul terrazzo dell'OsservatorioNel 1896 la gestione dell’osservatorio passò al dottor Carlo Gentile, farmacista, personaggio eclettico, i cui interessi spaziavano nei più diversi campi della scienza. Particolare fu l’interesse di Gentile per l’ecologia e la meteorologia agraria, temi che trattò in numerosi articoli e in conferenze pubbliche. Per sua iniziativa l’Osservatorio coordinò un servizio pluviometrico provinciale. La raccolta delle informazioni, in un primo tempo comunicate all’Ufficio Tecnico Provinciale dalle guardie forestali, divenne poi compito esclusivo dell’Osservatorio, che si configurò come Ufficio Meteorico Provinciale. Il servizio rimase efficiente almeno fino al 1937. Malauguratamente la raccolta ordinata delle informazioni è andata dispersa per motivi bellici, e ne resta il ricordo in alcuni brogliacci incompleti.

Frequentazioni di eccellenza dell'Osservatorio

Negli anni tra le due guerre l'Osservatorio ebbe un importante ruolo culturale, configurandosi come un vero cenacolo che attirava persone intellettualmente vive, con interessi molto diversificati: chi discuteva di scienze naturali, chi di letteratura e filosofia, chi si interessava all'archeologia ecc.

il prof. Giulio NattaPer un curioso caso del destino tre dei noti personaggi che si ritrovavano più o meno saltuariamente in quell'Osservatorio di una piccola città della Liguria, sarebbero poi assurti a fama mondiale, avendo meritato il premio Nobel: Giulio Natta, nato a Porto Maurizio nel 1903, Nobel per la chimica nel 1963;

Salvatore Quasimodo, siciliano, impiegato presso il genio civile di Imperia dal 1931 al 1934, Nobel per la letteratura nel 1959;

Salvatore Quasimodo a Imperia, nei pressi dell'Osservatorio

Renato Dulbecco, Nobel per la medicina nel 19975. Quest'ultimo, benché fosse nato a Catanzaro da padre imperiese, a Imperia giunse nei suoi primi anni di vita e vi completò tutto il suo ciclo di formazione, dalla scuola materna alla maturità classica, prima di trasferirsi all'Università di Torino. Si iscrisse alla Facoltà di Medicina, ma amava tutta la scienza e aveva profonde competenza di Fisica, Elettronica e Matematica.

il prof. Renato DulbeccoUna particolare nota di merito deve essere riconosciuta all’ambiente dell’Osservatorio, e a Gentile in particolare, per aver instillato il primo germe della curiosità nello studente liceale Renato Dulbecco. Dice lui stesso: "Ho imparato ad amare la scienza sotto la guida del farmacista Gentile che era responsabile dell'Osservatorio Meteorologico e Sismico ... e laggiù passavo molto tempo".

Foto di gruppo degli anni trenta con in piedi, primo a sinistra, il giovane Renato Dulbecco. Seduto, primo a sinistra, il dott. Carlo Gentile; al suo fianco il prof. Camillo Alessandri. (Archivio fotografico famiglia Gentile)Il giovane Dulbecco, oltre a collaborare attivamente alle diverse iniziative, lasciò un’impronta delle proprie qualità ideando e realizzando, a soli 18 anni, un sismografo elettronico che affiancò il vecchio strumento meccanico. Gentile informò l’ambiente scientifico dello studio e il Prof. Camillo Alessandri, Geofisico Capo del Regio Ufficio Centrale diede comunicazione del lavoro di Dulbecco durante il Congresso della Società per il Progresso delle Scienze tenutosi a Roma nell’ottobre 1932. Nel 1933 la descrizione dello strumento fu pubblicato sul bollettino della Società Sismologica Italiana.

Copertina autografata del primo lavoro scientifico realizzato da Renato DulbeccoIl sismografo realizzato da Renato Dulbecco. L'apparato è andato distrutto a causa di un cannoneggiamento navale che colpì l'Osservatorio durante la seconda guerra mondiale.

I danni provocati dalla Seconda Guerra Mondiale

Un periodo estremamente critico seguì l’8 settembre del 1943: le forze tedesche occuparono la torre per posizionarvi un punto di avvistamento. L’attività fu forzatamente sospesa, gli strumenti asportati e gran parte dell’archivio, ormai trascurato, più o meno inconsciamente distrutto dai soldati. Gli occupanti asportarono e vendettero anche tutta la strumentazione sismica, di cui resta soltanto qualche fotografia e alcuni pezzi secondari. A rincarare la dose giunse una bomba che nel corso di un cannoneggiamento navale centrò in pieno la torre dell’osservatorio nel 1944. La difficile situazione, con le attività quasi azzerate, non piegò la tenace volontà del gruppo di volontari cresciuto intorno a Gentile, che proseguirono le osservazioni pluviometriche e barometriche in locali poco distanti dall'Osservatorio.

La piena ripresa delle attività

Nell'immediato dopoguerra, si volle ricominciare ad ogni costo, assecondati in questa determinazione dall' amministrazione comunale di Imperia, sensibile al destino di una struttura ormai radicata nella città. Iniziò così nel 1947 la nuova vita dell’Osservatorio, con la riparazione dei danni subiti e l'installazione di nuovi strumenti. E pertanto da maggio del 1947 riprese la regolare raccolta dei dati che da allora non ha più conosciuto la minima interruzione.

Negli anni successivi la strumentazione meteorologica e sismica si è progressivamente arricchita anche con l'acquisto di una stazione automatica che forniva i dati al Servizio Meteorologico dell'Aereonautica Militare.

Dal 2003 è anche uno dei punti della Rete Meteorologica Regionale che fa capo all’ARPAL, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della regione Liguria, che ha installato una centralina automatica per la raccolta dei dati in tempo reale.

Negli ultimi decenni l'Osservatorio si è distinto anche per importanti iniziative orientate alla divulgazione scientifica attraverso l'organizzazione di convegni, partecipazioni ad eventi di sensibilizzazione ambientale e visite guidate aperte a studenti e cittadini.

Nel maggio del 2023 l'Organizzazione Mondiale per la Meteorologia (WMO) ha riconosciuto l'Osservatorio Meteorologico e Sismico "Carlo Gentile" di Imperia come osservatorio centenario di importanza climatologica.

L'Osservatorio oggi. Nel 1961 la torretta è stata sopraelevata di 3 metri e gli strumenti sono stati spostati nelle capannine sulla sommità della torre. E' questa l'unica variazione subita dal punto di rilevamento dei dati.



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